venerdì 24 gennaio 2014

#NerosuBianco: Temporale

ora
sono seduti di fianco, si guardano. 
sollevano insieme i loro panini e l’addentano.
non smettono di guardarsi mentre le briciole cadono dalla bocca e rimbalzano sui sedili. 
alcune vanno sulle ginocchia, altre per terra.
masticano lenti.
prima
la macchina procede agilmente sulla strada deserta e la ragazza ha appena sciolto al caldo vento di fine estate i suoi lunghi capelli rossi.
ha un corto e leggero vestito a fiori, ai piedi dei sandali intrecciati  e sugli occhi un paio di grandi occhiali da sole
ha ancora le borse della spesa fra le gambe, all’interno di una ci sono sono dei panini, un pezzo di formaggio, un vasetto di miele e un cucchiaino.
nell’altra, una bottiglia di bolgheri rosso e due calici di vetro già lavati ed asciugati, avvolti in carta assorbente.
ora
con ancora una briciola sull’angolo della bocca, lui si volta. prende la bottiglia, che stappa con facilità. 
versa il vino nei calici. le porge il suo. 
brindano velocemente.
bevono lenti.
appoggiano i bicchieri. lei spalma miele su altre due fette di formaggio.
‘e pensare che non mi era mai piaciuto il miele’, dice lui, interrompendo il silenzio.
‘nemmeno io lo mangio spesso. solo che mi pareva una bella idea’
‘un brindisi alla bella idea, allora’
‘ooh’ si interrompe lei. il fondo del suo bicchiere ha lasciato una circonferenza incompleta sui nuovi tappetini. si affretta a prendere la carta assorbente che avvolgeva i calici.
lui la blocca con la mano.
‘no, non farlo. lascia così’
prima
lo aspetta in salotto. aveva detto che sarebbe arrivato presto per portarla in pausa pranzo al mare.
sente il clason e scende.
sale sull’auto mentre il tettino termina di aprirsi.
è ancora una giornata ideale per viaggiare scappottati.
lui la bacia dolcemente sulle labbra
lei si rilassa sui comodi sedili in pelle allungando un braccio intorno al collo di lui
ora
si versano l’ultimo bicchiere. lei fruga nella borsa e si accende una sigaretta.
lui si rilassa abbassando lo schienale. l’aria è tiepida, ma il cielo si sta scurendo.
‘verrà un temporale, credo’
‘bello! hai portato il tuo ipod?’
‘sì, aspetta, l’ho nella tasca della giacca’
lo prende, l’appoggia lo collega all’autoradio e l’accende.
rumore bianco, poi voci, suoni.
un tuono e una folata di vento. prime gocce pesanti.
luce di lampo.
temporale.
prima
la macchina è parcheggiata di fronte ad uno splendido mare 
‘Vuoi venire a vivere con me? gli chiede lui
‘si’ con voce rotta dall’emozione e le prime lacrime di gioia che scendono, risponde lei.
si abbracciano e baciano lungamente.
‘ora possiamo festeggiare!’ squilla la voce di lei sollevando la  bottiglia.
poi
una ragazza dai capelli rossi si sveglia improvvisamente. ascolta e non sente nulla.
guarda l’ora. sono le quattro del mattino. è sola, come sempre di notte.
si alza e va in cucina a bere un bicchiere d’acqua.
vede i piatti da lavare e il cartone della pizza da buttare via.
appoggia il bicchiere sul tavolo, vicino alla lettera del padrone di casa che le chiede l’aumento dell’affitto.


giovedì 23 gennaio 2014

Cielo e Mare







Due mondi paralleli sempre separati dalla linea dell’orizzonte.
Specchio l’uno dell’altro, fatti della stessa materia ma divisi da due diverse densità.

lunedì 20 gennaio 2014

Giornate di pioggia

Pioggia sul parabrezza dell'autobus a farmi il dispetto di volermi togliere la visibilità.
Gioco con le spazzole a disfare i suoi disegni dalle trame incomprensibili.
Guardo il cielo in lontananza a cercare un po’ di chiaro, un po’ di tregua, un po’ di sereno.
Sereno dentro e fuori, come un fiore risento del clima di una stagione che non arriva.
Sono umido dentro, avrei bisogno di un po’ di sole.

mercoledì 8 gennaio 2014

L’evidenziatore tra le pagine #15

"Per 10 minuti" è un romanzo che ha come perno centrale il cambiamento.
Chiara, la protagonista, nel giro di poco tempo, ha visto il suo lavoro assegnato ad un’altra persona, è stata lasciata da suo marito e si è dovuta trasferire a vivere lontano dalla sua famiglia, in una città che sente ostile ed estranea.
Su suggerimento della psicologa che la segue, per uscire dal torpore in cui è caduta, decide di provare per un mese, ogni giorno, qualcosa di nuovo per almeno 10 minuti. 
E quello che scrive è una sorta di diario su ciò che riesce a fare nei suoi 10 minuti giornalieri.
Il tutto accompagnato dalle riflessioni e dalle emozioni provate in questa fase così particolare della sua vita.
Un romanzo che inneggia al cambiamento ("Cambiare è mortale? No,cambiare è vitale!").
Che invita a mettersi sempre alla prova, a non farsi spaventare dall’ignoto ma,anzi,ad abbandonare la nostra “zona di comfort” (in cui,magari, stiamo anche male ma che abbiamo paura di lasciare) e a farci travolgere da esso.
Perchè è solo grazie al cambiamento, per quanto doloroso possa essere, che potremo conoscere nuove realtà, potremo anche capire meglio noi stessi e realizzare che, forse,siamo migliori di quanto abbiamo sempre creduto o di quanto abbiano voluto farci credere.
Un romanzo che dimostra che,nella vita,tutto serve.
E anche dai fallimenti, dalle esperienze negative, possiamo sempre trarre qualcosa di buono, nuovi punti di vista e nuove prospettive.
E guardare al futuro con un sorriso e non con terrore.
"Venendo al mondo, riceviamo in dono uno strumento bello: dobbiamo essere alla sua altezza. Oltre che bello è delicatissimo, quello strumento: nostro, solo nostro, il compito di usarlo con potenza.
"evidentemente i posti, proprio come le persone, si accendono e rivelano di essere al mondo non solo perché c’è spazio, ma perché hanno un senso, solo quando siamo disponibili a capirlo. Quando abbiamo bisogno di loro.

"E penso a quello che ho vissuto, a quello che vivrò, a quello che sto vivendo adesso. Perché nelle infinite semplificazioni con cui crediamo di metterci in salvo e dentro cui invece ci perdiamo, c’è una cosa, una soltanto, che non può venirci dietro, che non possiamo ingannare. Questa cosa è il tempo. Che è qualcosa di pochissimo, se siamo felici. È qualcosa di tantissimo, se siamo disperati. Comunque sta lì.

martedì 7 gennaio 2014

ricordi di #Befana

Ho ricordi vaghi di come festeggiavo la Befana quando ero piccolo.
Ricordo le calze piene di dolciumi e anche di carbone...
ricordo che per la befana si aggiungevano i re Magi nel presepe...
ricordo che il giorno della befana significava l’addio alle vacanze, il ritorno ai banchi di scuola, si preparava la cartella, si controllavano i compiti e si andava a dormire un po' malinconici. 
06/01/’14 - ore 15:45             
Augurarvi buonaBefana mi sembra irrispettoso…vi auguro solo cose belle.

domenica 5 gennaio 2014

Time-out

05/01/’14 - ore 14:25
“La vita non è aspettare che passi la tempesta… ma imparare a ballare sotto la pioggia."

giovedì 2 gennaio 2014

Sottolineature a lapis

“Si, ti penso. Come d’inverno si pensa a una bella giornata d’estate che si teme di non aver goduto abbastanza” 
Un giorno Altrove - F. Roncoroni