mercoledì 8 gennaio 2014

L’evidenziatore tra le pagine #15

"Per 10 minuti" è un romanzo che ha come perno centrale il cambiamento.
Chiara, la protagonista, nel giro di poco tempo, ha visto il suo lavoro assegnato ad un’altra persona, è stata lasciata da suo marito e si è dovuta trasferire a vivere lontano dalla sua famiglia, in una città che sente ostile ed estranea.
Su suggerimento della psicologa che la segue, per uscire dal torpore in cui è caduta, decide di provare per un mese, ogni giorno, qualcosa di nuovo per almeno 10 minuti. 
E quello che scrive è una sorta di diario su ciò che riesce a fare nei suoi 10 minuti giornalieri.
Il tutto accompagnato dalle riflessioni e dalle emozioni provate in questa fase così particolare della sua vita.
Un romanzo che inneggia al cambiamento ("Cambiare è mortale? No,cambiare è vitale!").
Che invita a mettersi sempre alla prova, a non farsi spaventare dall’ignoto ma,anzi,ad abbandonare la nostra “zona di comfort” (in cui,magari, stiamo anche male ma che abbiamo paura di lasciare) e a farci travolgere da esso.
Perchè è solo grazie al cambiamento, per quanto doloroso possa essere, che potremo conoscere nuove realtà, potremo anche capire meglio noi stessi e realizzare che, forse,siamo migliori di quanto abbiamo sempre creduto o di quanto abbiano voluto farci credere.
Un romanzo che dimostra che,nella vita,tutto serve.
E anche dai fallimenti, dalle esperienze negative, possiamo sempre trarre qualcosa di buono, nuovi punti di vista e nuove prospettive.
E guardare al futuro con un sorriso e non con terrore.
"Venendo al mondo, riceviamo in dono uno strumento bello: dobbiamo essere alla sua altezza. Oltre che bello è delicatissimo, quello strumento: nostro, solo nostro, il compito di usarlo con potenza.
"evidentemente i posti, proprio come le persone, si accendono e rivelano di essere al mondo non solo perché c’è spazio, ma perché hanno un senso, solo quando siamo disponibili a capirlo. Quando abbiamo bisogno di loro.

"E penso a quello che ho vissuto, a quello che vivrò, a quello che sto vivendo adesso. Perché nelle infinite semplificazioni con cui crediamo di metterci in salvo e dentro cui invece ci perdiamo, c’è una cosa, una soltanto, che non può venirci dietro, che non possiamo ingannare. Questa cosa è il tempo. Che è qualcosa di pochissimo, se siamo felici. È qualcosa di tantissimo, se siamo disperati. Comunque sta lì.

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