domenica 28 aprile 2013

Song of the week #29

La notte porta via il dolore 
mi accompagna questa musica 
mi muovo col tuo odore 
bello come chi non se lo immagina 
aspetta qui e lasciami fare 
spegni ad una ad una anche le stelle 
al buio sotto voce si dicono le cose più profonde 
ed io mi sento bella come non mai 
come questo sole che ci illumina 

Amami come la terra, la pioggia, l'estate 
amami come se fossi la luce di un faro nel mare 
amami senza un domani senza farsi del male 
ma adesso amami dopo di noi c'è solo il vento 
e porta via l'amore 

Cancello con i tuoi occhi le mie fragilità 
rivivo nei tuoi sensi le voglie e la paura 
l'istinto di chi poi non se lo immagina 
la bellezza di chi ride e volta pagina 

e conservo ad una ad una anche le stelle 
le tengo fra le mani le conto sulla pelle 
e bocca contro bocca e sono l'unica 
sotto questo cielo che ci illumina 

Amami come la terra, la pioggia, l'estate 
amami come se fossi la luce di un faro nel mare 
amami senza un domani senza farsi del male 
ma adesso amami dopo di noi c'è solo il vento 
e porta via l'amore 

E tutto quello che resta 
sono sogni incollati fino a dentro le ossa 
e abbiamo appeso le ali 
viaggiamo dentro ai ricordi e poi restiamo da soli 
ma amami e dammi le mani le mani le mani le mani 
amami 
amami senza un domani senza farsi del male 
ma adesso amami dopo di noi c'è solo il vento 
che porta via l'amore

venerdì 26 aprile 2013

Midnight in...

«Sarebbe veramente bello.»
È stato il primo pensiero ieri sera dopo aver rivisto l’ultimo film di Woody Allen.
Certo però che a Parigi viene tutto facile, quelle strade, quelle luci, quei luoghi senza tempo.
In questo film il famoso regista riesce a farmi calare nei panni di Gil, scrittore che vorrebbe vivere in un’epoca del passato.
Ritrovarsi nella Parigi degli anni ’20 ad una festa organizzata dai Fitzgerard, farsi una bevuta con Hemingway e una chiacchierata con Dalì, e magari innamorarsi della musa di Pablo Picasso.
Tutto molto bello. Come il messaggio finale.
Inutile guardare romanticamente il passato. Illudensosi magari.  Viviamo oggi, viviamo in questo presente, e in questo presente dobbiamo muoverci, amare, lottare, sognare, relazionarci, e strappare qualche brandello di felicità.
Cerchiamo di non sciupare l’opera più grande di cui siamo artefici e protagonisti: la nostra vita.




martedì 23 aprile 2013

L’evidenziatore fra le pagine #7

Era una giornata tipicamente parigina, con il cielo grigio e spruzzi di pioggia finissima a cui nessuno faceva caso. Antonio pagò il biglietto e s’infilò nel cimitero di Père-Lachaise. Si sentiva elettrizzat. Aveva dormito poco, rigirandosi nel letto di continuo. la sera prima davanti al portone di rue des Pyrénées, Corinne gli aveva chiesto con disinvoltura se potevano rivedersi la sera dopo. Era stata ben, e non le sarebbe dispiaciuto passare un’altra serata divertente in compagnia di una persona gentile. Se ne trovavano così poche , di persone gentili… Lui aveva accettato, mascherando il suo entusiasmo. adesso doveva solo far passare il tempo.
Si mise a passeggiare in mezzo alle tombe. guardava le antiche cappelle di famiglia e le sculture ricoperte di muffa, e ogni tanto leggeva un’iscrizione. osservava distrattamente gli altri visitatori che camminavano silenziosi lungo i vialetti. Il brusio sordo del traffico guastava un po’ l’atmosfera. era un peccato che non ci fosse un vero silenzio, come nei cimiteri di campagna. il silenzio avrebbe avvolto quel dormitorio monumentale con la solennità che tutti i morti meritavano…o almeno tutti. all’ingresso gli avevano dato una piantina dove erano segnate le tombe dei personaggi famosi, ma se l’era messa in tasca senza nemmeno guardarla. I morti erano tutti uguali. come diceva Totò la morte è una livella, pensò sorridendo. si fermò di fronte a un’inferriata che formava un grande quadrato. All’interno c’era una cappella di marmo poggiata su colonne, e nel mezzo due sculture che rappresentavano un uomo e una donna distesi. lesse i nomi: Eloisa e Abelardo… Gli si alzarono i peli sulle braccia. si ricordava ancora le loro lettere d’amore. Il suo professore di lettere del liceo era appassionato di storia medievale, e aveva parlato a lungo dei due disgraziati amanti. E adesso Eloisa e Abelardo erano lì, davanti ai suoi occhi, uniti per l’eternità come avevano sempre voluto. sorrise della propria commozione e si fermò a guardare il mausoleo con le mani agganciati alle sbarre. Era il solo ad interessarsi a quella tomba. i turisti camminavano nei vialetti spulciando la piantina alla ricerca dei morti famosi. Nessuno veniva a rendere omaggio a Eloisa e Abelardo.
rimase là davanti per un sacco di tempo, poi salutò i due amanti e continuò a salire su per la collina. 
                                                                           "Per nessun motivo” Marco Vichi

Parigi - maggio 2011
     

domenica 21 aprile 2013

Song of the Week #28


In questa notte fantastica
che tutto sembra possibile
mentre nel cielo si arrampica
un desiderio invincibile che lascia una scia,
come astronave lanciata a cercare una via
verso una nuova dimensione
un'illuminazione
In questa notte fantastica
in questo inizio del mondo
i nostri sguardi si cercano
con ali fatte di musica
posso toccare il cielo
lo posso fare per davvero
lascia che questa atmosfera ti porti con se non c'è piu niente da perdere
Ti porto via con me
In questa notte fantastica
Ti porto via con me
Ribalteremo il mondo
Una cascata di bassi che fanno vibrare
la spina dorsale
Una manciata di *** da metterci dentro il delirio totale
Due come noi che si fondono per diventare una nota sola
Due come noi che si cercano dentro una musica nuova
Dentro una macchina suona una ritmica forte si sente da fuori
Un temporale elettronico lava la polvere dai cuori
Dj suona musica buona DPM 130
Respira, respiro
Ti porto via con me
In questa notte fantastica
Di questo inizio del mondo
Con mille storie che nascono
E mille amori che esplodono in mezzo alla strada fanno una luce più forte del sole
In questo spazio elettronico
Posso toccare il cielo
Ti porto via con me
Non ti fermare da questo equilibrio
Se guardi si vede lontano
Tutti i colori li vedi più forti adesso che sai che ci siamo
Come filmare una scena per dire chi siamo su un altro pianeta
In questa parte di mondo la strada finisce
Comincia la vita
Senti il dolore si scioglie nel tempo
che scorre e che scivola via
Non resterò qui a guardare
Ho già iniziato a viaggiare
Ti porto via con me (x3) ooh eeh
Una cascata di bassi che spingono il mondo ad un nuovo mattino
Donna che danza la notte fa nascere il sole ti sento vicino
Dentro una pancia di musica muoio e rinasco più forte di prima
In questa parte di mondo
la strada comincia
Ti porto via con me (x3)

venerdì 19 aprile 2013

Post-it

I ricordi sono come le maree. Appaiono all'improvviso... come dal niente... e poi ti fanno loro. Possono starsene nascosti per tutto il tempo che vogliono nella distesa della tua vita, della tua mente e delle sue infinite possibilità. E poi nascere in un attimo come dal nulla, avvicinarsi silenziosi quando meno te lo aspetti e poi travolgerti.

venerdì 12 aprile 2013

Stretching

Questa mattina mi sono svegliato che sembravo Pinocchio, rigido e indolenzito più del solito.                 
E’ una condizione normale per chi fa attività sportiva, purtroppo accentuata dal non essere più un ragazzino. Però per una volta ho fatto quello che dovrei fare sempre, ho srotolato un tappetino in camera e ho fatto dieci minuti di stretching: come nuovo.

martedì 9 aprile 2013

La notte...

“La notte è più bella, si vive bene” recitava Lorenzo in una delle sue prime canzoni.
Io questa mattina sono contento solo perché sono riuscito a dormire fino alle sei. Altrimenti la regola sarebbe aprire un occhio alle quattro, dare una bottarella alla sveglia, e girarmi nel letto per un paio d’ore. Non è un periodo particolarmente stressante, non ho pensieri più opprimenti del solito, è solo che mi sveglio, comincio a pensare e non mi riaddormento più. La cosa brutta è che di notte tutto diventa enorme, complicato e irrisolvibile, anche le cose banali. Mi sembra sempre che non avrò abbastanza tempo per fare tutto, di essere solo contro il mondo, di aver preso mille decisioni sbagliate.
Poi arriva il giorno e le cose tornano a mettersi in fila, magari un po’ disordinate ma alla fine meno spaventose di come me le ero disegnate.
Dicono che sia normali da grandi.

giovedì 4 aprile 2013

L’evidenziatore tra le pagine #6

L’uomo che puntò sul 37
I numeri della roulette vanno da 0 a 36. Per questo il croupier rimane esterrefatto quando qualcuno alle sue spalle gli porge una pila di fiches chiedendo: “Me le punta sul 37, per favore?”. I giocatori si bloccano, il croupier si volta, tutti fissano l’uomo che vuole scommettere sul 37. E si chiedono come possano non averlo notato prima, con quello smoking turchese, il papillon argentato, la testa completamente calva, gli occhi trasparenti.
Sembra spuntato per un gioco di prestigio. Venuto da chissà dove, come le irregolari fiches dorate che protende verso il croupier. Un pazzo, un alieno, un angelo della sorte? Lo chef du table decide per tutti. “Il signore ha chiesto di giocare il 37. Sia accontentato”. Le fiches vengono deposte in fondo al tavolo verde. Il giocatore le osserva compiaciuto, poi aggiunge: “ Vorrei giocarmi tutto, punto anche queste”. Dalle tasche estrae diamanti e stelle, lacrime e perle, occhi di bambola e denti di tigre, barlumi di saggezza e scintille di speranza. Ora sul tavolo c’è una piccola piramide luccicante. Nessun altro gioca. Hanno finalmente capito, sono lì per imparare: che esiste sempre un’altra possibilità, nessuna vita basta mai a se stessa, niente resterà immutabile. “Rien ne va plus.” La pallina corre impazzita dietro la causa persa che il cuore vuole difendere. Schizza via dalla roulette, rotola sul pavimento della sala. Una donna bionda sulla soglia la ferma con la punta della sua elegante scarpa bianca. “Scusi madame, che che numero di piede ha?” domanda lo chef du table. “37”, risponde lei. “Trente-sept, blanche”, annuncia lui. Il giocatore incassa la vincita.
                                                                        "Navi in bottiglia” G. Romagnoli

mercoledì 3 aprile 2013

…terzo aprilante...

Un detto popolare della tradizione toscana dice: “Pioggia il terzo aprilante (3 aprile) quaranta giorni durante”…


…ma per fortuna oggi c’è il sole!!!