venerdì 30 novembre 2012

Giornata storta

Succede che a volte ci sia una giornata lavorativa come oggi che, senza un preciso perché, parte storta e riesce anche a peggiorare.
Capire perché sarebbe già un successo, ma purtroppo non sempre è così facile… 
Per fortuna arriva la sera ed con essa la mia consueta lezione di spinning. Entro in sala. Scelgo la bike, la regolo. Stack, stack, il rumore metallico delle placchette sulle scarpe che si agganciano ai pedali, rendendomi un corpo unico con quell’oggetto metallico predisposto a spremere il mio sudore.
Le luci si abbassano, la musica parte e le percussioni incominciano a dettare il ritmo.
Le luci si abbassano, la musica parte e le le percussioni incominciano a dettare il ritmo. Mentalmente durante la lezione metto in off tutti gli interruttori dei problemi del giorno e lentamente mi concentro sulla musica e sui comandi che l’istruttore impartisce dal suo microfonino.
Che lo spettacolo abbia inizio…

martedì 27 novembre 2012

L’evidenziatore tra le pagine #3

Sulla provinciale Grosseto-Livorno, intanto, un automobile procedeva cigolando.
In fondo, rannicchiato nell’ultima fila, l’unico passeggero guardava fuori con la tempia appoggiata al finestrino.
...
L’autista diede un’occhiata nello specchietto retrovisore: temeva che il passeggero si fosse addormentato.
...
Procedendo da Follonica verso Piombino, la campagna diventa acquitrino e poi sterpaia. 
...
Francesca guardava assonnata. L’Enel e la Dalmine-Tenaris torreggiavano in quel tratto disabitato di costa. Tra un canneto e l’altro, tra una pineta e l’altra di Torre Mozza, Riva Verde, Perelli, intercettava il mare navigato a quest’ora dai pescherecci di ritorno.
Adesso che superavano il Gagno e si avvicinavano al Cotone, Francesca poteva distinguere le gru e le ciminiere. I grandi bracci di lamiera e la ruggine dei forni, quelli attivi e quelli spenti.
...
Aveva tanto sonno. Stropicciava gli occhi gonfi, il viso contro il finestrino appannato di condensa. Tornava a casa.
Allo svincolo per il porto, una fila di auto incolonnate procedeva a passo d’uomo. era la coda per imbarcarsi. Le biciclette assicurate con le funi ai tettucci, le moto d’acqua, i windsurf trainati ai carrelli.
...
Se ne stava chiusa fra i sedili vuoti, nel corpo stropicciato. I jeans strappati al ginocchio, le scarpe da tennis e una t-shirt larga. Sobbalzava a tratti sul Menarini arancione degli anni Ottanta. Si teneva accanto lo zainetto con le cose del Gilda, la trousse dei trucchi, i perizomi, i vestitini corti di strass che lasciano la schiena nuda.
...
Francesca sbadigliava, spannava il finestrino con la manica della maglietta. I lunghi capelli biondi raccolti sulla nuca, lo smalto rosso scrostato sulle unghie. Non aveva nessuno spettatore adesso. Eccetto l’autista che ogni tanto la guardava riflessa nello specchietto e si domandava cosa ci facesse, quell’incrocio tra bambina e ragazza, sperduta in autobus vuoto a quell’ora del mattino. 
...
L’autobus frenò al semaforo, davanti alla concessionaria Piaggio. Quando fu verde,svoltò a destra verso Salivoli.
Francesca si alzò in piedi, prenotò la fermata. Guardò il lungomare Marconi correre sul finestrino, la siepe di oleandri rosa, le cabine telefoniche prese a sprangate. La luce irradiava impietosa il suo viso sgualcito.
...
Scese dall’autobus.

“Acciaio” S. Avallone



lunedì 26 novembre 2012

Song of the Week #8

It feels like I only go backwards babe,
Every part of me says go ahead,
I’ve got my hopes up again oh no, not again.
It feels like we only go backwards, darlin’.
I know that you think you sound silly when you call my name.
But I hear it inside my head all day
Then I realize I’m just holding on to the hope that maybe
your feelings don’t show.
It feels like I only go backwards, babe,
Every part of me says go ahead,
I’ve got my hopes up again oh no, not again.
It feels like we only go backwards, darlin’.
Sea of all this indecision isn’t me, oh no
Cause I decided long ago if that’s the way it seems to go
We draw us apart to get to something real
It feels like I only go backwards, darling
Every part of me says go ahead
I got my hopes up again, no no, not again
Feels like we only go backwards darling
It feels like I only go backwards, baby
Every part of me says go ahead
I got my hopes up again, no no, not again
Feels like we only go backwards darling
It feels like I only go backwards, baby
Every part of me says go ahead
I got my hopes up again, no no, not again
Feels like we only go backwards darling
Ho la sensazione di stare andando solo indietro baby,
Ogni mia parte dice “vai avanti”
Le mie speranze ritornano, oh no, adesso non più
Ho la sensazione di stare andando solo indietro cara
So che pensi si sembrare sciocca quando pronunci il mio nome
Ma lo sento tutto il giorno dentro la mia testa
Poi mi rendo conto che mi sto solo aggrappando alla speranza che
Forse i tuoi sentimenti non verranno alla luce


sabato 24 novembre 2012

The real Showman

Freddy Mercury: Stone Town, 5 settembre 1946 – Londra, 24 novembre 1991






Letture a bordo # 1Q84



Quello che ho appena terminato è il secondo libro che leggo di questo scrittore giapponese.
E’ un libro strano per me, sono abituato ad altri tipi di letture, ma è riuscito ad attirare la mia attenzione, ad incuriosirmi e spingermi ad andare avanti malgrado abbia trovato alcuni pezzi prolissi e noiosi, per il resto è una lettura piacevole, scorrevole e liscia. 
E' un libro completo tocca tutti gli argomenti, la morte, la storia, la religione, la violenza, la famiglia e l'amore. I personaggi che tessono la trama di questo libro sono due, uno femminile e uno maschile. Aomame, con un’infanzia non facile, donna carismatica e affascinante, una killer professionista fredda, uno sguardo glaciale, calcolatrice e perfezionista fin nei minimi dettagli. Una donna dalle mille sfaccettature, corpo minuto, un fascio di tendini e muscoli pronti a scattare, brava nelle arti marziali. Ma nello stesso tempo sa essere sensuale e affascinante con le sue prede e con il sesso maschile. Innamorata fin da bambina di Tengo.
Tengo un uomo complicato, insegnante di matematica e scrittore, segnato da un’infanzia difficile, nel suo mondo entrerà una ragazzina dislessica Fukaeri che gli cambierà la vita, dovrà riscrivere un suo romanzo molto particolare e pericoloso “Crisalide D’Aria”. Un uomo di corporatura massiccia ma con uno sguardo che ti trasmette sicurezza. Innamorato fin da bambino di Aomame.
Ho notato una piccola differenza tra i capitoli di “Aomame” e quelli di “Tengo” sembrano quasi scritti da due persone diverse. I capitoli di Aomame sono molto scorrevoli, anche nelle descrizioni essenziali molto coinvolgenti, mentre quelli di Tengo risultano un pochino più noiosi, le descrizioni troppo lunghe e dettagliate, naturalmente è un'impressione personale.
I due personaggi vivono in due mondi o meglio anni paralleli, Aomame si trova nel 1Q84 sembra quasi uguale al 1984 ma con qualche differenza di fatti accaduti, con due lune, a primo impatto passano inosservati solo guardando bene i dettagli ti accorgi delle diversità. Invece Tengo vive nel vero 1984.
Aomame e Tengo erano compagni di scuola all'età di 10 anni poi le loro vite hanno preso strade diverse ed ora hanno tutti e due una cosa in comune senza saperlo la Setta Religiosa “Sakigake” e “I Little People”(piccoli esseri che creano una crisalide d'aria) ma con due motivazioni diverse. Lei deve uccidere il “Leader” della Setta e lui deve proteggere la figlia del “Leader”.
Aomame e Tengo si cercheranno? Riusciranno a trovarsi? I Little People? La Sakigake? 
Buona lettura.

venerdì 23 novembre 2012

Letture digitali


Ieri ho aperto per la prima volta un libro di carta dopo diversi mesi di lettura assidua con il Kindle.
Non ero più abituato ai caratteri minuscoli, alla seccatura di dover utilizzare due mani per tenere un libro aperto, all'impossibilità di sottolineare con un click.
Con il Kindle “touch” non esiterei a dire che è stato "amore a primo utilizzo". Sono entusiasta. È semplicissimo da usare, è comodo (volendo sta in una tasca), mi permette di portarmi dietro più libri in soli 170 grammi e ha  batterie che durano abbastanza da farmi dimenticare di doverlo caricare.
Certo, il libro ha sempre i suoi vantaggi: la carta è un'altra cosa rispetto allo schermo e-ink, puoi sfogliarlo passando dall'introduzione a un capitolo e viceversa in meno di un secondo e la bellezza della copertina non ha paragoni rispetto alla freddezza del Kindle.
Nonostante ciò, dopo dieci minuti di lettura mi sono messo al computer a cercare l'edizione elettronica del libro che stavo leggendo...

martedì 20 novembre 2012

Quell’unico pensiero.


Esistono quei momenti dove mi sento strano, esente di forze, continuo a rispondere a chi mi domanda cos’ho con un bel nulla non preoccuparti, abbozzando mezzo sorriso. 
La verità è che neanche io conosco il motivo di questo momento. Avrei voglia di tutto ma anche di niente, forse ho solo bisogno di scappare e mollare tutto, ma anche no. Intanto il silenzio prevale, mi chiudo in me stesso, aiutato da quelle cuffie che suonano musica alle mie orecchie dando voce a quell’unico pensiero che mi farà battere il cuore.

domenica 18 novembre 2012

Song of the Week #7


Ti è mai successo di sentirti al centro
al centro di ogni cosa
al centro di quest’universo
e mentre il mondo gira
...
sei così al centro
che se vuoi lo puoi anche fermare
cambiarne il senso
della direzione per tornare
nei luoghi e il tempo
in cui hai perso ali, sogni e cuore
...
ti è mai successo di sentirti altrove

i piedi fermi a terra

e l’anima leggera andare

andare via lontano e oltre

dove immaginare
non ha più limiti
...
oltre i muri e i confini del mondo
verso un cielo più alto e profondo
delle cose che ognuno rincorre
e non se ne accorge
che non sono niente
ti è mai successo di guardare il mare
fissare un punto all’orizzonte e dire:
è questo il modo in cui vorrei scappare
andando avanti sempre
avanti senza mai arrivare
in fondo in fondo è questo il senso del nostro vagare
felicità è qualcosa da cercare senza mai trovare
gettarsi in acqua e non temere di annegare

...
ti è mai successo di voler tornare

a tutto quello che credevi fosse da fuggire

e non sapere proprio come fare

ci fosse almeno un modo uno per ricominciare

pensare in fondo che non era così male
che amore è se non hai niente più da odiare
restare in bilico è meglio che cadere
a me è successo e ora so restare


venerdì 16 novembre 2012

l’unica certezza...

A volte, nella vita, rimani perplesso, vieni assalito dai dubbi, ti guardi intorno cercando certezze, cercando un poggiamano che ti potrebbe essere utile…. e invece no.
Quel poggiamano non c’è, quella certezza che credevi tale fino a qualche istante prima non esiste, o non la vedi.
Una volta una persona a me molto cara mi disse.. “l’unica certezza della nostra vita siamo noi stessi”. 

E già, noi stessi, noi che siamo sempre presi solo da quello che vogliamo guardare.. e mai da quello che in realtà stiamo guardando.
Spesso certezza è sinonimo di banalità, quella banalità che molti oggi non guardano, perchè si credono “avanti”, ma che in realtà stanno indietro.

martedì 13 novembre 2012

Musica alla radio


Tra le cose che amo di più c’è anche lei: la Radio.
Da ragazzino quando potevo passavo il pomeriggio ad ascoltarla con il mio walkman e quando avevo le pile scariche attaccavo le cuffie a quella di mia madre che teneva in cucina.
Da dieci anni ormai sono un ascoltatore di quella che per me oggi è la migliore radio italiana: Radio Deejay.
Capace di unire talk e musica in maniera piacevole ed anche elegante. Sono tanti i personaggi che la radio di via Massena ha sfornato negli ultimi trent’anni, tra tutti due che oggi si possono considerare tra i più grandi: Lorenzo Jovanotti e Rosario Fiorello.
Radio Deejay quasi tutti i giorni mi fa compagnia sia durante l’orario di lavoro a bordo del mio autobus che oltre. 
Uno dei programmi che preferisco è Deejay Chiama Italia: Linus e Nicola Savino per due ore allietano la mia giornata informandomi sul mondo anche con ironia. 
Poi ci sono quelli che hanno fatto la storia come Albertino, Ferrari, DjAngelo, Trio Medusa, senza dimenticare La Pina, Federico Russo, Platinette, Volo e via dicendo.
Radio Deejay prima di essere una radio è una famiglia. Ed è proprio quel senso di appartenenza che trasmette agli ascoltatori che fa di essa la più grande.


lunedì 12 novembre 2012

Ancora un minuto



Fantozzi: Allora, prenderò l'autobus al volo!
Pina: No Ugo! L'autobus al volo no!
Mariangela: No papà!
Fantozzi: Sì, saltando dal terrazzino, guadagnerò almeno due minuti!
Pina: No Ugo! Non l'hai mai fatto... non hai il fisico adattto...
Fantozzi: Non l'ho mai fatto... ma l'ho sempre sognato!
Fantozzi: Allora, prenderò l'autobus al volo!

Una scena mitica del primo Fantozzi di Paolo Villaggio. Pochi minuti in cui tutto è calcolato al centesimo di secondo per non perdere l’autobus.
Alzi la mano chi di voi non si riduce mai all’ultimo minuto per rubare qualche attimo di sonno in più!




domenica 11 novembre 2012

Song of the Week #6



Abbiamo camminato sulle pietre incendescenti 
abbiamo risalito le cascate e le correnti 
abbiamo attraversato gli oceani e i continenti 
ci siamo abituati ai più grandi mutamenti 
siamo stai pesci e poi rettili e mammiferi 
abbiamo scoperto il fuoco e inventato i frigoriferi 
abbiamo imparato a nuotare poi a correre 
e poi a stare immobili 
eppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la gola 
voragine incolmabile 
tensione evolutiva 
nessuno si disseta ingoiando la saliva 
ci vuole pioggia 
vento 
e sangue nelle vene 
...
e una ragione per vivere 
per sollevare le palpebre 
e non restare a compiangermi 
e innamorarmi ogni giorno ogni ora ogni giorno ogni ora di più 
di più 
...
abbiamo confidenza con i demoni interiori 
sappiamo che al momento giusto poi saltano fuori 
ci sono delle macchine che sembrano un miracolo 
sappiamo come muoverci nel mondo dello spettacolo 
eppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la gola 
voragine incolmabile 
tensione evolutiva 
nessuno si disseta ingoiando la saliva 
ci vuole pioggia 
vento 
e sangue nelle vene 

...
e una ragione per vivere 
per sollevare le palpebre 
e non restare a compiangermi 
e innamorarmi ogni giorno ogni ora ogni giorno ogni ora di più 
di più 
di più 
di più

venerdì 9 novembre 2012

Voglia di correre


Correre di mattina in riva al mare con il sole d’autunno mentre ascolti Bitter Sweet Symphony dei Verve è bellissimo.




giovedì 8 novembre 2012

martedì 6 novembre 2012

Mare dentro



Il mare è una delle cose che più amo della zona in cui vivo e lavoro.
Il turno odierno è uno dei miei preferiti.  
Gran parte del suo apprezzamento è dovuto alla corsa iniziale verso la località di mare che, vista la consueta assenza di utenti mi permette di arrivare leggermente in anticipo, poter scendere dall’autobus e fare due passi in spiaggia. 
L’odore di salsedine, il suono della risacca alle prime luci del giorno sono veramente molto rilassanti e trasmettono quella serenità necessaria per affrontare al meglio la giornata.




"Il mare incanta, il mare uccide, comunque spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto il mare “chiama “. […] Non smette mai, ti entra dentro, ce l’hai addosso, è te che vuole"
"Oceano Mare" di A.Baricco

1003


Guidare è il mio lavoro e con il tempo comincio ad apprezzare la guidabilità dei mezzi.
Ci sono alcuni bus che davvero sanno regalare in un certo senso emozioni...come la matricola aziendale 1003 che oggi avevo assegnata sul turno macchina.
Quel milione di km sulle spalle ...una trentina d'anni di servizio...
tutto meccanico, nulla di elettronico...sterzo pesante appena appena servo assistito...e nei mesi estivi un caldo allucinante a bordo.
Nonostante questo guidarla è molto gratificante.
Il "suono" è particolare ... quasi aggressivo.
Un motore probabilmente revisionato che tira fortissimo e a cui solo l'intervento del limitatore sembra porre un limite.
La cambiata sempre fluida anche nelle accelerazioni a tavoletta, la
frenata modulabile e precisa.
Insomma è il caso di dirlo ...una "vecchia signora" per nulla affaticata dal tempo che passa inesorabile ...visto che su quell’autobus che oggi io guido, ho viaggiato anche come studente.

sabato 3 novembre 2012

Song of the Week #5





m-m-m-m-m-mad-mad-mad
m-m-m-m-m-mad-mad-mad
m-m-m-m-m-mad-mad-mad
m-m-m-m-m-mad-mad-mad
I, I can’t get this memories out of my mind,
it’s some kind of madness, is started to evolve
I, I tried so hard to let you go
But some kind of Madness is swallowing me whole.
I have finally seen the light
And I have finally realized
What you mean
...
And know, I need to know, is this real love?


Come on and rescue me

Yes I know, I can’t be wrong
And maybe all too have strong
Our love is…
m-m-m-m-m-mad-mad-mad
m-m-m-m-m-mad-mad-mad
Madness





Cicatrici


Piovevano raggi di sole quel giorno quando mi hai parlato di lui e mi hai fatto sentire forse un po’ sporco, forse disperatamente sostituito.
Ma tu non sai che ho sorriso alla tristezza, alle scuse imbarazzanti, io ho dimenticato tutto mentre raccontavi,
Andando via in quel modo sei semplicemente diventata una delle tante.