mercoledì 30 gennaio 2013

Tirare i dadi

La vita sembra il Monopoli: piena di “imprevisti” e “probabilità” ma alla fine si passa sempre dal via. Qualche volta finisci in prigione e salti un turno. Basta non disperarsi e aspettare. Tanto dopo un giro tocca di nuovo a te tirare i dadi.

domenica 27 gennaio 2013

Song of the Week #16


Devi stare molto calmo
devi stare molto calmo
devi stare molto calmo
...
quando il treno se ne va
quando il tempo se ne va
quando tutto se ne va
quando corri incontro a chi
con le braccia chiuse
non ho occhi più per te
ci sono i segni che si vedono
e gli altri che si sentono
devi stare molto calma
devi stare molto calma
devi stare molto calma
...
quando vivono per te
quando muoiono per te
quando bruciano per te
e non contano per te
le più belle storie
che tu puoi sognare
quando non ti lasciano
quando non perdonano
quando gridi no
quando non è certo lui
la tua vergogna che
ti fa più paura
ci sono i segni che si vedono
e gli altri che si sentono
devi stare molto calmo
devi stare molto calmo
devi stare molto calmo
...
quando pensano per te
quando senti su di te
la pressione che c’è (devi stare calmo)
quando tutti intorno a te
hanno idee confuse
e le micce accese (devi stare calmo)

sabato 19 gennaio 2013

Armstrong



E’ una storia epica. Qual è la morale di questa vicenda?
Non ho una buona risposta a questo. Posso guardare quello che ho fatto. Ho imbrogliato per vincere delle gare, ho mentito, sono stato prepotente con delle persone. Lo so, sono cose che non si fanno. E’ questo che insegnamo ai nostri figli ed è facile. Ma c’è un’altra morale in questa storia. Penso che per me sia: ho sbagliato, mi sono perso, sono stato scoperto ed ho fatto tutta una serie di cose che hanno portato a questo. Ma il crimine peggiore è stato aver tradito le persone che mi sostenevano e che credevano in me, alle quali ho mentito.

Grazie per esserti fidato di me. Tu sai quale spero sia la morale di questa storia. E ricorda sempre quello che Kristine ti ha detto nel 2009: La verità rende liberi.
Sì. E lei continua a dirmelo.





venerdì 18 gennaio 2013

Serata al cinema #Marigold Hotel

Ieri sera, complice una buona rassegna di cineforum in programmazione ogni giovedì al cinema  locale,  sono andato a vedere “Marigold Hotel” film tratto dal libro "The foolish thing" di Deborah Moggach.


Il film parla di un gruppo di anziani inglesi che stanchi della loro routine quotidiana decidono di partire per l’india allettati da una pubblicità di questo lussuoso hotel, il Marigold Hotel per l'appunto.. Purtroppo però quando arriveranno si renderanno conto che l’hotel non è quello che sembra. Gestito da Sonny (Dav Patel) la residenza  è in fase di ristrutturazione che a quanto pare non finirà mai vista l'assenza di fondi e l'incapacità di gestire la struttura da parte dello stesso Sonny.
Un film che non pretende nulla se non strapparti una risata e farti  pensare che forse la fine è solo l’inizio o come direbbe il personaggio di Sonny:"In India abbiamo un detto: andrà tutto bene alla fine e se non andasse tutto bene vuol dire che non è ancora la fine”



mercoledì 16 gennaio 2013

Dove ferma?

Domanda solitamente ricorrente sulla linea urbana:
Dove va questo autobus?
Pensieri (propri) dell'autista:
ma che razza di domanda è?
come dove va?
vuoi che ti elenco via per via?
fermata per fermata ?
svolta per svolta?
Risposta dell'autista:
Lei dove deve andare?
Meglio semplificare.

lunedì 14 gennaio 2013

Letture a bordo #Open - La mia storia



Ieri ho terminato di leggere questo bellissimo libro che mi è  stato regalato per Natale da un caro amico. 
Anche per chi come me non ha mai preso una racchetta in mano, Open è un libro emozionante, avvincente, divertente, poetico e scritto in maniera fantastica. 
Agassi si racconta senza nascondere nulla: i successi, le sconfitte, i rivali, le donne, la depressione, il rapporto terribile con il padre, il campus-prigione di Bollettieri, l’amore-odio per il tennis, l’amore-amore per Steffi Graf, la droga. 
Non l’ha scritto lui il libro, ma è come se l’avesse fatto perché  J. R. Moerhinger, che per mesi ha raccolto le confessioni di Andre, è stato incredibilmente bravo a riportare sulla carta sfumature, dettagli, sentimenti, piccoli particolari, manco li avesse vissuti in prima persona. E alla fine è difficile e riduttivo considerare Open solo una autobiografia, è un bellissimo romanzo. 
Il libro comincia dalla fine, dall’Open di New York che ha rappresentato il suo ultimo spettacolo.
Ve ne faccio leggere un pezzetto.

“James, l’addetto alla sicurezza, ci accompagna al sottopasso. Come al solito è costretto in una striminzita camicia gialla e fa un cenno, come a dire: Noi addetti alla sicurezza dovremmo essere imparziali, ma io faccio il tifo per te.
James è agli US Open quasi da tanto tempo quanto me. Mi ha accompagnato lungo questo sottopasso prima e dopo gloriose vittorie e strazianti sconfitte. Grosso, gentile, con cicatrici di vecchie battaglie che porta con orgoglio, James assomiglia un po’ a Gil.
E’ quasi come se ne prendesse il posto in quelle poche ore in campo durante le quali sono al di fuori della sua sfera d’influenza.
Ci sono persone che conti di vedere agli Us Open: ufficiali di gara, raccattapalle, fisioterapisti – e la loro presenza è sempre rassicurante. Ti aiutano a ricordare dove sei e chi sei.
James è in cima alla lista. E’ uno dei primi volti che cerco entrando nell’Arthur Ashe Stadium. Quando lo vedo so di essere tornato a New York, e di essere in buone mano.
Da quando, nel 1993, uno spettatore di Amburgo si precipitò in campo e pugnalò Monica Seles nel corso match, la direzione degli US Open ha messo un addetto alla sicurezza dietro alla sedia di ogni giocatore durante la pause e i cambi di campo. James fa sempre in modo di trovarsi dietro alla mia sedia. La sua incapacità di mantenersi neutrale è incantevole. Durante un incontro massacrante, colgo il suo sguardo preoccupato e bisbiglio: Tranquillo, James, ce l’ho in pugno. E lui ridacchia, immancabilmente.
Adesso, mentre mi accompagna al campo per l’allenamento, non ridacchia. Ha l’aria triste. Sa che questa potrebbe essere la nostra ultima sera insieme. Tuttavia non si discosta dal nostro rituale pre-partita. Dice la stessa cosa che dice sempre.
Lascia che ti porti la borsa.
No, James, nessuno porta la mia borsa a eccezione di me.
Ho raccontato a James che quando avevo sette anni avevo visto Jimmy Connors che si faceva portare la borsa come se fosse stato Giulio Cesare. Avevo giurato in quell’istante che la mia me la sarei sempre portata da solo.
Sì, dice James sorridendo. Lo so, lo so. Me lo ricordo. Volevo solo rendermi utile.
Poi io dico: James, mi guaderai le spalle, oggi?
Ti guarderò le spalle, ragazzo. Certo. Stai tranquillo. Pensa solo a giocare.”




Song of the Week #14


A volte, certo, capita anche a me 
Di non avere voce per parlare o per cantare 
cantare 
Ma in fondo mi conosco, sbaglio tutti i tempi, 
Non era questo forse il migliore per i miei silenzi? 
E lo capisco bene mentre io ti guardo arrivare 
Da un cielo terso e limpido che non nasconde alcun rumore, 
Perdendomi negli angoli del tuo splendore 
Mi chiedo dove mai sia finito il sole. 

[rit.] 
E proprio oggi che il cielo è azzurro, è troppo azzurro, 
E non c'è macchia gialla neanch a immaginare 
Ma se guardo in basso e vedo te in un istante 
Poi capisco che è finito dentro te proprio quel sole, 
E adesso è il momento in cui vorrei cantare, ritrovare la mia voce, 
Quella persa come ho perso il sole, 
Se mi giuri che rimani io ti lascio la mia voce 
Ci saranno altri silenzi, altri tempi da sbagliare, amore.. 

E tutto intorno sembra aver trovato un senso che ti invade e mi assale, 
La paura di sfiorarti nelle mani incontra il mio sudore, 
Io non posso fare altro che ammirare, 
come un uomo aspetta passi il temporale purchè torni il sole. 
Nel mondo dicon tutti che ci sia poca bellezza da salvare e da rubare, 
Non sanno mica quanta ne nasconda questo mio stupore, 
A tratti mi tradisco e mi lascio andare, 
Vorrei gridare senza alcun pudore che lei mi ha rubato il sole. 

domenica 13 gennaio 2013

Saggezza

Ieri ho letto un'intervista ad un famoso giornalista italiano che diceva: “Nella vita non si può essere arrabbiati per sempre. Non si può essere rancorosi per sempre. Non si può essere tristi, incazzati, rancorosi, cupi per sempre.  Non si può essere nulla per sempre”.

Ho iniziato la settimana con l’umore che conoscete e la finisco col sorriso.
Sarà perché ci sono cose che non si possono risolvere ed è inutile dannarsi l’anima.
Sarà perché ho un lavoro che mi piace.
Sarà perché pedalare tutti i giorni mi fa rilassare.
Sarà perché oggi c'era il sole.
Sarà perché è sabato.

Sarà perché non si può essere nulla per sempre.
E ti accorgi che il tutto si può chiamare con una parola sola: vita.

venerdì 11 gennaio 2013

…quell’ultima pagina.

Quando finisco di leggere un libro ho una strana sensazione dentro, una sensazione che va tra il sentirmi abbandonato e il sentirmi appagato. 
È un po’ come se il libro mi lasciasse dopo avermi sedotto, deluso, fatto sorridere e avermi portato con sé senza che io chiedessi dove mi stesse portando. Stati d’animo che si frappongono tra loro mentre io rimango fermo ad osservare quella riga con la speranza che non sia l’ultima, chiedendomi che però in realtà è giusto così. 
Quando finisco di leggere un libro mi sento arrivato. Mi sento in un luogo dove non riesco a ricordare la strada per tornare indietro. Rimango lì per minuti, ad osservare quell’ultima pagina ripetendomi che è l’ultima, che quel viaggio è finito, che quei personaggi molto probabilmente non avranno più un seguito. Che bello però, penso. 
Il tutto con un velo di tristezza e malinconia che si portano via quei momenti che ho trascorso mentre lo leggevo, tutte quelle volte che mentre ero in giro per strada o a lavoro e  non vedevo l’ora di tornare a rileggere quel libro, quella storia, curioso di sapere cosa sarebbe successo dopo. Quando leggo mi rendo conto che amo leggere, amo la scrittura, invidio quelle righe che avrei voluto scrivere io, inizio a immaginare il momento o quella situazione che portava l’autore a scriverle. Ogni volta che leggo mi viene una voglia matta di scrivere, di lasciare andare i miei pensieri, di raccontare a qualcuno quello che sto provando. Più leggo e più mi rendo conto che amo farlo, ripetendomi che non leggo abbastanza e che forse – anzi senza forse – dovrei leggere molto di più.

mercoledì 9 gennaio 2013

Always...

Ieri sera dopo cena mi sono rilassato sul divano e ho socchiuso gli occhi ascoltando un po' di musica col mio iPod in modalità "random" ed a un certo punto è partita questa canzone che un po’ mi ha commosso...

Pioggia e sole cambiano la faccia alle persone
Fanno il diavolo a quattro nel cuore
E passano e tornano
E non la smettono mai
Sempre e per sempre
Tu, ricordati dovunque sei, se mi cercherai
Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai
 
Ho visto gente andare, perdersi e tornare e perdersi ancora
E tendere la mano a mani vuote
E con le stesse scarpe camminare per diverse strade
O con diverse scarpe su una strada sola
Tu non credere se qualcuno ti dirà che non sono più lo stesso ormai
 
Pioggia e sole abbaiano e mordono ma lasciano,
Lasciano il tempo che trovano
E il vero amore può nascondersi, confondersi
Ma non può perdersi mai
Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai
Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai.

Francesco De Gregori


domenica 6 gennaio 2013

Song of the Week #13



Io più te...
Un cuore sarebbe ti amo se...
Tu mi regali un pò di allegria...
Se giro per strada in tua compagnia...
Io più te...
Uguale sarebbe mettiamo che...
Volassimo un poco più in alto...noi...
Fai finta di togliere..io e te..
Rimane il più...
Più di così non posso...più...
Un pò di paura addosso
Più di così...
Più di un si...
Più di te...
Più ti Me...
Più di Noi...
Più che puoi...di più...
Più del caldo del sole non posso
Più...
Più Grande di Te...
Più Grande di Me...
Più Grande di Noi...
L'Amore più...
Più grande di un giorno nuovo...
Più Forte di Te...
Più Forte di Me...
Più Forte di Noi...
L'Amore più…

Ho finito le parole

È incredibile quanto la scrittura sia dettata dallo stato d’animo.

venerdì 4 gennaio 2013

...che pedalata

Stasera in palestra Stefano ci ha dato dentro con la lezione. Un'ora di sola pianura. Chi ha provato a fare Spinning sa di cosa parlo...60 minuti con le gambe che mulinano velocemente, sempre.
Con la salita si può barare. Se non ce la fai molli un po’ il freno e continui a pedalare a ritmo, quello più lento della salita.
Con la pianura no. La musica ti impone il ritmo, alto. 
Di solito sono uno di quelli che non molla mai, non perde una battuta o una sequenza, ma stasera ammetto….qualche colpo di pedale l’ho fatto scappare.
A mia discolpa c'è la pausa natalizia piena di stravizi alimentari...però quella sensazione di staccarsi dal gruppo, di non tenerne il passo, l’ho avuta.



mercoledì 2 gennaio 2013

martedì 1 gennaio 2013

La fine del...2012

Teoricamente la fine dell’anno è il momento dei bilanci, ma oggi non ne ho voglia di farne.
Gli anni sono solo convenzioni fatte per scandire il tempo. 
Quello che sta per finire è stato un anno stupendo sotto certi punti di vista, e difficile sotto altri, non mi piace raccontare i dettagli.. chi mi conosce sa, e chi non mi conosce non ha bisogno di sapere... preferisco rimanere come in un testo di Cremonini “vago ma con la consapevolezza di far capire...” 
Alla fine penso che ogni giorno del 2012 mi ha portato qua, a credere di essere più forte di prima.
L’augurio di un anno come uno sogna, è per me ma ovviamente anche per tutti coloro che leggeranno queste mie righe...e soprattutto per te.