giovedì 31 ottobre 2013

L’evidenziatore fra le pagine #12

"Gratitude" prende il suo titolo da un pezzo dei Beastie Boys, una delle band che mi hanno influenzato di più nel fare il mio mestiere. Gratitude vuol dire gratitudine ed è’ il racconto di tanti anni in cui la musica ha governato la mia vita dalla mattina a notte fonda mettendomi in contatto con tanta gente, tanta vita, molti posti. Ci sono dentro le persone, le storie, le avventure, le perdite, le conquiste, l’amore, la vita, gli addii, gli incontri, le canzoni, i viaggi. C’è dentro la storia di un ragazzo con una passione feroce, una dedizione assoluta e una voglia di spaccare dirompente e totalizzante, per il gusto e la necessità di mettersi in contatto con il mondo, di morderlo, di fare qualcosa della propria vita facendo ballare la gente, più o meno. Una passione che invece di affievolirsi è cresciuta sempre e continua, molto anche grazie a chi l’ha condivisa e sostenuta.”  Lorenzo Jovanotti


La mia storia artistica di questi 25 anni si divide in prima e dopo la mia vita di coppia con quella che poi è diventata mia moglie. In parole povere prima era una cosa poi è diventata tutta un’altra storia. E’ come se a un certo punto mi fosse spuntata un’ala, o una ruota, o un nuovo paio di antenne aggiuntive, come se avessi scoperto una parte della mia vita che stava sigillata in qualche stanza e che lei mi ha aperto.
Se molte mie canzoni hanno preso una piega romantica non è colpa mia, ma responsabilità sua, perché è lei che me l’ha evocata, se non l’avessi incontrata avrei continuato a parlare di cose come il ritmo, la politica, fare il ganzo, pompare le casse, la spiritualità, tutte cose che sono convinto siano molto meno importanti dell’amore, se uno vuole proprio fare una classifica.

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