giovedì 4 aprile 2013

L’evidenziatore tra le pagine #6

L’uomo che puntò sul 37
I numeri della roulette vanno da 0 a 36. Per questo il croupier rimane esterrefatto quando qualcuno alle sue spalle gli porge una pila di fiches chiedendo: “Me le punta sul 37, per favore?”. I giocatori si bloccano, il croupier si volta, tutti fissano l’uomo che vuole scommettere sul 37. E si chiedono come possano non averlo notato prima, con quello smoking turchese, il papillon argentato, la testa completamente calva, gli occhi trasparenti.
Sembra spuntato per un gioco di prestigio. Venuto da chissà dove, come le irregolari fiches dorate che protende verso il croupier. Un pazzo, un alieno, un angelo della sorte? Lo chef du table decide per tutti. “Il signore ha chiesto di giocare il 37. Sia accontentato”. Le fiches vengono deposte in fondo al tavolo verde. Il giocatore le osserva compiaciuto, poi aggiunge: “ Vorrei giocarmi tutto, punto anche queste”. Dalle tasche estrae diamanti e stelle, lacrime e perle, occhi di bambola e denti di tigre, barlumi di saggezza e scintille di speranza. Ora sul tavolo c’è una piccola piramide luccicante. Nessun altro gioca. Hanno finalmente capito, sono lì per imparare: che esiste sempre un’altra possibilità, nessuna vita basta mai a se stessa, niente resterà immutabile. “Rien ne va plus.” La pallina corre impazzita dietro la causa persa che il cuore vuole difendere. Schizza via dalla roulette, rotola sul pavimento della sala. Una donna bionda sulla soglia la ferma con la punta della sua elegante scarpa bianca. “Scusi madame, che che numero di piede ha?” domanda lo chef du table. “37”, risponde lei. “Trente-sept, blanche”, annuncia lui. Il giocatore incassa la vincita.
                                                                        "Navi in bottiglia” G. Romagnoli

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