martedì 23 aprile 2013

L’evidenziatore fra le pagine #7

Era una giornata tipicamente parigina, con il cielo grigio e spruzzi di pioggia finissima a cui nessuno faceva caso. Antonio pagò il biglietto e s’infilò nel cimitero di Père-Lachaise. Si sentiva elettrizzat. Aveva dormito poco, rigirandosi nel letto di continuo. la sera prima davanti al portone di rue des Pyrénées, Corinne gli aveva chiesto con disinvoltura se potevano rivedersi la sera dopo. Era stata ben, e non le sarebbe dispiaciuto passare un’altra serata divertente in compagnia di una persona gentile. Se ne trovavano così poche , di persone gentili… Lui aveva accettato, mascherando il suo entusiasmo. adesso doveva solo far passare il tempo.
Si mise a passeggiare in mezzo alle tombe. guardava le antiche cappelle di famiglia e le sculture ricoperte di muffa, e ogni tanto leggeva un’iscrizione. osservava distrattamente gli altri visitatori che camminavano silenziosi lungo i vialetti. Il brusio sordo del traffico guastava un po’ l’atmosfera. era un peccato che non ci fosse un vero silenzio, come nei cimiteri di campagna. il silenzio avrebbe avvolto quel dormitorio monumentale con la solennità che tutti i morti meritavano…o almeno tutti. all’ingresso gli avevano dato una piantina dove erano segnate le tombe dei personaggi famosi, ma se l’era messa in tasca senza nemmeno guardarla. I morti erano tutti uguali. come diceva Totò la morte è una livella, pensò sorridendo. si fermò di fronte a un’inferriata che formava un grande quadrato. All’interno c’era una cappella di marmo poggiata su colonne, e nel mezzo due sculture che rappresentavano un uomo e una donna distesi. lesse i nomi: Eloisa e Abelardo… Gli si alzarono i peli sulle braccia. si ricordava ancora le loro lettere d’amore. Il suo professore di lettere del liceo era appassionato di storia medievale, e aveva parlato a lungo dei due disgraziati amanti. E adesso Eloisa e Abelardo erano lì, davanti ai suoi occhi, uniti per l’eternità come avevano sempre voluto. sorrise della propria commozione e si fermò a guardare il mausoleo con le mani agganciati alle sbarre. Era il solo ad interessarsi a quella tomba. i turisti camminavano nei vialetti spulciando la piantina alla ricerca dei morti famosi. Nessuno veniva a rendere omaggio a Eloisa e Abelardo.
rimase là davanti per un sacco di tempo, poi salutò i due amanti e continuò a salire su per la collina. 
                                                                           "Per nessun motivo” Marco Vichi

Parigi - maggio 2011
     

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