"Un attore non è che un viaggiatore del tempo. Come tutti, forse, ma loro vengono sballottati su e giù da un autista misterioso, tu al contrario sai pilotare. Ridi di gioia e hai di nuovo 9 anni, stai giocando con Mozzo in giardino; piangi di solitudine e ti ritrovi nel tuo letto di quindicenne, la rabbia invece ha vent'anni, l'hai appena imparata e messa via per quando ti servirà ancora. Sei la maestra e l'allieva della tua vita, impari dalla tua vita, impari dalla te stessa del passato, insegni alla te stessa del futuro. Le persone normali si smarriscono lì dentro, tu ti ci muovi danzando"
lunedì 23 settembre 2013
L’evidenziatore tra le pagine #11 Letture sotto l’ombrellone
Sofia si veste sempre di nero non è un romanzo, non nel senso classico. Paolo Cognetti affida al narratore Pietro, un aspirante scrittore che ha conosciuto Sofia a New York, il compito di dipingerla come meglio crede. Ne nascono dieci racconti, dove Sofia non è sempre la protagonista, pur essendo presente ogni volta. L'autore, insomma, ha costruito una specie di puzzle, scrivendo dieci racconti su dieci aspetti diversi della vita di Sofia. È un continuo andare avanti e indietro nel tempo, un continuo cambiamento di spazi e anni, è come se ci fossero tanti asterischi pronti a rimandare ad altre pagine, ad altri eventi che alla fine si incastrano alla perfezione. È così che conosciamo Sofia, come se fosse il risultato di un puzzle complicato che solo alla fine esce fuori in tutta la sua interezza e bellezza.
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